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GRAZIE GIOVANNI PAOLO
(Amici, non abbiate paura)

COMMEDIA RELIGIOSA IN DUE ATTI
di Nunzio Cocivera

PERSONAGGI:
1. Pina donna anziana Claudicante – con bastone o stampella
2. Luisa 45/50 anni 
3. Marta 45/50 anni 
4. Enrico 45/50 anni Marito di Marta
5. Gaetano 40 anni Marito di Luisa – anni ben portati
6. Demetrio 25/30 anni Figlio di Marta e Enrico
7. Francesco 20/30 anni 
8. Luca 20/30 anni 
9. Licia 16/20 anni Figlia di Luisa e Gaetano

SCENA FISSA
Una piazza con due vicoli, sullo sfondo una chiesa dietro le case, anche disegnati sui pannelli di sfondo (ove possibile, si possono inserire delle musiche e dei canti e ragazzi e ragazze che cantano, testi religiosi oppure si recita solo il testo).
La commedia affronta temi di degrado morale, può sembrare cruda, ma ho voluto renderla più reale possibile (a volte nella realtà è molto peggio e i personaggi quasi mai si redimono). Inoltre i dialoghi dei ragazzi sono stati scritti così come loro parlano nella vita reale. Se il linguaggio risultasse volgare, chi recita può modificarlo a piacimento.

I° ATTO

MARTA: (entra sulla scena) Buongiorno Angelo, oggi è una bella domenica, anche per andare a messa.

LUISA: (bella, ben vestita) Ciao Marta, buongiorno, hai già dato il buongiorno al tuo Angelo Custode? (esce sulla sinistra)

MARTA: Lo faccio da UNA VITA, ma a volte non mi ascolta. Molti non lo fanno mai; ma come diceva: Santo Pio bisogna anche pregare per il nostro angelo custode.

PINA: Buongiorno Dio, grazie per questo giorno. Buongiorno ragazze!

MARTA Lei si rivolge direttamente al principale ! ragazze lo eravamo.

LUISA: Io lo sono ancora

PINA: Ti rivedo bella, curata, sembravi più vecchia e trascurata di me, mesi fa! (oppure anni fa)

LUISA: L’amore è tornato in casa mia; non sapete cosa ho passato; anzi … lo sapete!

PINA: Certo che lo sappiamo? Cosa è successo? Sono mancata mesi!

LUISA: Un miracolo!

MARTA: E non solo da lei!

PINA: E’ tornato tuo marito? (a Marta)

MARTA: Non ancora, non sta tornando.

PINA: (a Luisa) Raccontami; in te, il cambiamento è evidente.

LUISA: mio marito…

PINA: (non la fa continuare) è morto? Sei vedova?

LUISA: Fai bene a pensarlo, ricordo di averlo desiderato e detto che morisse…è orribile ma è cosi

MARTA: Ti picchiava? Ti umiliava?

PINA: Ti…ti…non lo fa più?

LUISA: NO, è ritornato l’uomo che amavo, l’uomo che ho sposato, ho sperato, pregato e infine è tornato.

PINA: Non beve più?

LUISA: Solo acqua. Si sta curando la cirrosi epatica ed ha ripreso a lavorare dopo anni.

PINA: Era un bravo imbianchino…a proposito…dovrei rifare la facciata alla casa!

LUISA: Parlane con lui.

PINA: Ma dimmi…cos’è accaduto?

LUISA: Ho sopportato per anni di tutto: ricordi…non ci mancava nulla, stavamo bene, piano piano cominciò a cambiare, si bevve tutti i nostri risparmi, abbiamo dovuto vendere la casa al mare, ma non volevo lasciarlo, l’amavo, e poi nostra figlia Licia lo adorava.

PINA: Licia! Come sta?

LUISA: Bene è a Palermo all’università, per poco non ha dovuto rinunciare…

MARTA: E lei come l’ha vissuta?

LUISA: Male, ma ho sempre cercato di minimizzare con lei.

PINA: Se non ricordo male…tuo marito ti ha anche rotto il braccio!

LUISA: Sono caduta!

MARTA: La versione ufficiale!!!

LUISA: Era ormai un barbone anche se viveva in casa, e cercavo di ripulirlo e nutrirlo.

PINA: Lo ricordo con i capelli lunghi e la barba lunga.

LUISA: Si beveva da 3 a 4 litri di alcolici vari tra il giorno e la notte; si addormentava sul divano e si svegliava li al mattino quando non veniva a vomitare nel letto!

PINA: Ti violentava ancora?

LUISA: Per lui non era violenza, diceva che era un suo diritto!

MARTA: Quanto è durato questo calvario?

LUISA: 4 lunghi anni.

MARTA Ancora mi chiedo come mai non lo hai lasciato?

LUISA Quando ti sposi il prete dice: che l’uomo non separi mai chi Dio unisce. Io ci credo a queste terribili parole!

MARTA Terribili ?

LUISA Lo so… Tutti si separano… non hanno paura del giudizio divino.

MARTA Sono più i separati che gli sposati ormai

PINA Chi si sposa oggi non supera i tre anni, a proposito sapete chi si è separato ?

MARTA Chi ?

PINA Bicchittu, il fornaio, sua moglie lo ha fatto becco !

MARTA Fa pure rima, Bicchittu il becco

PINA: Andiamo al dunque sono curiosa, se non ho capito male è tutto finito!

LUISA: Grazie a Dio! O meglio grazie a Giovanni Paolo!

PINA: Il Nostro GRANDE PAPA! Che presto sarà Santo! Benedetto lo farà presto, per la gioia di tutti.

LUISA: Ero decisa a lasciarlo, anche perché ci fu la goccia che fece traboccare il vaso!

MARTA: Cosa?

LUISA: Non ne ho parlato neanche con te! L’ho trovato a spiare nostra figlia che faceva la doccia.

PINA: Sua figlia?

MARTA: Inaudito!

LUISA: Ho aspettato che Licia uscisse con gli amici e l’ho affrontato: ha negato e gli ho spaccato la bottiglia in testa, o per meglio dire sul braccio.

PINA: Si è riparato col braccio?

LUISA: Si, gli ho detto: “vado da mia sorella, quando torno non voglio più trovarti qui! Sparisci”, ho raccolto pochi indumenti e lui trafficava col telecomando e imprecava e bestemmiava perché in tutti i canali della televisione c’era il funerale del PAPA, cominciò a uscire bottiglie di liquori dappertutto, pure nel piede del lavandino in bagno, ne aveva nascosta una, e cominciò a versali nel cesso, mi implorò: “vedi non bevo più”.

MARTA: E tu?

LUISA: “Non voglio vederti mai più, hai spiato tua figlia, sei un mostro!”. Andai da mia sorella, ma una paura atroce mi assalì, Licia sarebbe tornata a casa senza di me. Ritornai sui miei passi. Era sul divano in lacrime, fissava la Tv muto, non alzò neanche la testa e disse: “GRAZIE!”

PINA: E tu?

LUISA: Gli tirai addosso di tutto, gli sputai anche. “Non illuderti, sono qui per proteggere mia figlia, se solo la sfiori con un dito ti uccido. Tra due giorni lei tornerà a Palermo, appena lei riparte tu sparisci dalle nostre vite!”.

MARTA: Cosa accadde in quei due giorni?

LUISA: Per fortuna Licia stava più fuori che in casa, credo che non si accorse di nulla.

PINA: E lui ?

LUISA Stette giorno e notte sul divano, segui in tv, tutti i programmi su Giovanni Paolo.

MARTA Bene prosegui ?

LUISA: Domenica mattina Licia partiva, ci salutò come sempre, ma lui non la baciò ne l’abbracciò.

PINA: E lei?

LUISA: “Che diamine papà, un bel bacio, un abbraccio!”, e lo strinse forte e lo baciò più volte. Scoppiò a piangere.

PINA: Lui ?

LUISA: Lui !

MARTA: E lei ?

LUISA: “Hei babbo non parto per l’America, tra 15 giorni torno!”. Uscita lei, gli dissi: “Io vado a messa, quando torno non voglio trovarti più in casa!”.

PINA: Cos’è successo?

MARTA: In quei giorni non aveva bevuto?

LUISA: Neanche un goccio, ma ormai ero decisa, doveva andarsene.

(Si sente un canto o di un ragazzo o di tanti ragazzi “CANZONE DI CHIESA”, il o i ragazzi possono anche apparire sulla scena, si fermano..)

Si avvicina alle donne un giovane ben curato e ben vestito e va da Marta.

DEMETRIO: Ciao mamma ti aspetto a messa (la bacia, poi vede Pina, saluta Luisa con un cenno), Signora Pina come sta?

PINA: Ora meglio grazie, ma chi sei? Non ti conosco!

DEMETRIO: Uno che deve chiederle perdono (le bacia le mani)

PINA: (a Marta) E’ tuo figlio? (stupita)

Marta annuisce.

DEMETRIO: Si sono io, mi perdoni, la prego!

PINA: L’ho già fatto 3 anni fa!

DEMETRIO: Non lo merito! Ma cosa ha avuto?

PINA: Due femori rotti, ma grazie a Dio sono di nuovo in piedi!

DEMETRIO: Grazie a Giovanni Paolo. Vi aspetto a messa.

(Se era solo riparte cantando, se erano in tanti ripartono verso la chiesa, cantando )

PINA: (ancora stupita) Non fa più parte di quella banda di balordi?

MARTA: Grazie a Giovanni Paolo! Non c’è più banda.

LUISA: Ne è rimasto solo uno Francesco Rossi, Luca è in prigione da due anni e Carmelo è morto!

PINA: E tuo figlio quanto è stato in galera all’epoca?

MARTA: Solo 3 mesi!

PINA: All’epoca della mia pensione?

LUISA: Si, tu non hai voluto denunciarlo, non lo scorderò mai hai detto a mio marito “ridatemi la pensione che mi hanno rubato” ma lui lo denunciò.

MARTA: Uscito di prigione ci minacciò con un coltello.

LUISA: Suo padre?

MARTA: Si, mio marito voleva che avesse una lezione e lo denunciò, aveva già precedenti e gli diedero 3 mesi, uscito di prigione lo minacciò di tagliargli la gola!

LUISA: Fu allora che parti?

MARTA: Non ne sapevo nulla; trasferì la sua ditta a Milano e mi disse: “domani andiamo via, lo lasciamo perdere al suo destino, o mi uccide lui o lo ammazzo io”.

LUISA: Tu non lo hai seguito?

MARTA: No, non ho potuto, non potevo lasciare Demetrio solo; speravo nella sua salvezza…e finalmente è accaduta!

PINA: Ma come?

MARTA: Ricordo che venne il Rossi a dirgli: “andiamo a Roma”, lui rispose: “a fare cosa?”, “a seguire quella massa di bigotti”, ma quell’altro rispose: “ci sono anche tante bigottine belle e bone, bei culi, belle tette…”.

PINA: E tu?

MARTA: Cercai di dissuaderlo, ma lui mi disse: “non rompere la minchia , tira fuori 400 €uro!”, e partì.

PINA: E poi?

MARTA: Due giorni dopo tornò il Rossi solo, e venne a cercarlo a casa dicendo che lo aveva perso!

PINA: Perso ?

MARTA: Ero preoccupatissima, non sapevo cosa gli era successo!

PINA: E cosa era successo?

MARTA: Vuoi per un motivo, vuoi per un altro, infine non l’ho saputo, so solo che è tornato un Santo, va in chiesa, canta nel coro, fa solidarietà, assistenza agli anziani e lavora.

LUISA: Un MIRACOLO, come da me!

PINA: A proposito di te!!!

LUISA: Quel giorno andai in chiesa lasciandolo a casa che faceva la valigia, avevo il cuore a pezzi, i miei sogni, la mia vita era come finita.

PINA: L’immagino!

LUISA: Quando il prete disse: “scambiatevi un segno di pace”, strinsi tante mani ai miei lati, davanti, poi dietro di me, finche una mano non mi lasciò, aprì gli occhi per vedere chi fosse che stringeva così forte, non lo riconobbi!

PINA: Era tuo marito?

LUISA: Era lui, sbarbato, ripulito, col vestito del nostro matrimonio. Ho rivisto e ritrovato l’uomo che avevo sposato!

PINA: Un bel cambiamento!

LUISA: Un MIRACOLO, lui dice che è stato GIOVANNI PAOLO, se ripenso a mesi prima, si parlò che eravamo vicini ai 25 anni di matrimonio, sai che diceva se io ne parlavo?

PINA: Cosa?

LUISA: Festeggeremo facendo un bel divorzio e le bomboniere del divorzio ed io gli dicevo: “certo…per bomboniera…una bottiglia di VINO!!!”.

(arriva sulla scena il marito di Luisa)

GAETANO: Saluti a tutti, andiamo a messa!

LUISA: Vai caro, tra un po’ vengo con loro.

PINA: Gaetano dovrei fare dei lavori…

GAETANO: Venga a trovarmi ne parliamo, anzi passo io dopo la messa (e va via)

PINA: Va in chiesa?

LUISA: Si, e si da tanto da fare, se solo penso che mesi fa parlai di fede dicendogli: “tu non solo non hai più una famiglia, ma hai perso anche la fede!”

PINA: E lui?

LUISA: “non l’ho persa, ce l’ho al dito!”

PINA: Bella battuta!

LUISA: L’altra è più bella!

PINA: Sentiamola.

LUISA: Gli dissi: “non senti più la voce della fede!”

PINA: E lui?

LUISA: Disse: “è da tanto che è al dito e non l’ho mai sentita parlare”!

(suona la campana)

MARTA: Andiamo a messa.

(appare il Rossi, vestito strano, capelli strani, colorati)

FRANCESCO: (con tono arrogante) Signora Marta, dov’è Demetrio? In chiesa?

MARTA: Ti ha detto di lasciarlo in pace e anch’io ti dico di farlo.

FRANCESCO: Ditegli che ho la sua moto, se la rivuole sa dove trovarmi!

MARTA: Ma la moto era chiusa in garage!

FRANCESCO: Adesso non più; dica a Demetrio che venga a prendersela. (se ne va)

MARTA: Andiamo in chiesa.

PINA: Non lo lascerà mai in pace a tuo figlio

MARTA: Andiamo…vedremo…

LUISA: Questo non si redime di certo.

(proseguono verso la chiesa)

Fine I atto

 

II° ATTO

(Entrano sulla scena Pina e Gaetano, escono da un vicolo ed entrano nell’altro.)

PINA: Non dovevi venire subito, io ti ho detto di venire quando potevi.

GAETANO: Signora cara, anche io le ho detto che sarei passato io a prendere il resto, ma lei invece è venuta fino a casa mia per così poco, erano rimanenze.

PINA: Certo, 120 €uro non sono una grande cifra ma sono soldi lavorati, mi hai fatto un lavoro troppo bello e non ho speso neanche tanto.

GAETANO: Il giusto prezzo per il lavoro fatto!

PINA: E no! Io mi sono informata sai, mi hanno chiesto 1100 €uro in più di te, sei onesto e preciso, e sono felice che a casa tua ora è tutto sistemato.

GAETANO: Mi ero perso…non ero più io, senza dignità ne ritegno, ero divenuto un animale. Grazie a GIOVANNI PAOLO sono cambiato, ho capito tante cose, sono più umile e più ragionevole.

PINA: Andiamo …Hai voluto accompagnarmi , ti offro un caffè.(escono)

(contemporaneamente esce dall’altro vicolo e appare sulla scena Demetrio cantando)

“GRAZIE GIOVANNI PAOLO

Grazie grazie grazie
Giovanni Paolo
Grazie ci hai insegnato l’amore 
Senza ne razza ne colore
Grazie grazie grazie
Ci hai unito le mani
Corriamo felici verso il domani
Grazie grazie grazie
Giovanni Paolo
Ci hai indicato la via verso Maria
La via verso Maria
Ci hai insegnato l’amore, senza né razza ne colore
L’amore senza ne razza né colore
Grazie Giovanni Paolo
Tu non ci sei più
Ma hai spianato la strada verso Gesù
La via verso Maria
La via verso Maria
Ci hai insegnato
Che bello amare il fratello
Ci hai insegnato l’amore
Senza né razza né colore
Ci hai lasciato nel cuore pace è amore
La via verso maria
L’amore senza ne razza ne colore
Grazie grazie grazie
Giovanni Paolo…

da solo o in comitiva. Inoltre sulla scena appare anche il Francesco ed un altro ragazzo)

FRANCESCO: Ciao Demetrio!

LUCA: Ciao bello di mamma!

DEMETRIO: Che volete? (a Luca) tu non eri al fresco?

LUCA: Sono uscito, con le leggi che ci sono in Italia basta un cavillo…

DEMETRIO: Da quanto?

LUCA: E’ già un po’, e ti tengo d’occhio, un bastardo come te com’è diventato tutto casa e chiesa?

DEMETRIO: Nella vita si cambia, basta volerlo!

LUCA: Da i bacini alla mamma, ai bambini…!

FRANCESCO: Dai un bacetto anche al prete?

DEMETRIO: Da quanto non date un bacio alle vostre mamme, ai vostri fratellini?

LUCA: Cazzi (o cavoli) nostri!

DEMETRIO: Sono tornato sulla retta via, ho aperto il cuore a Gesù, mi sono affidato a Lui senza paura.

FRANCESCO: Io non ti riconosco più!

LUCA: Sei un rammollito senza spina dorsale, ho smontato la tua moto e l’ho venduta, e tu? Non hai battuto ciglio!

FRANCESCO: Anzi, non ti sei fatto vedere ne sentire per ben 3 settimane e ti ho avvertito, avvisato, minacciato, deriso…

LUCA: E solo una nullità, dai, siamo venuti a dargli una lezione…(avanza verso Demetrio).

FRANCESCO: Aspetta, voglio delle risposte prima di spaccargli la faccia.

LUCA: Ti ho istigato, ti ho rubato e venduta la moto e tu?

DEMETRIO: E…io cosa?

LUCA: Come cosa! Dovevi reagire, il Demetrio che conoscevo…(urlando)

DEMETRIO: Quel Demetrio non esiste più! La moto, ti ricordi come l’ho avuta?

FRANCESCO: Certo, e allora?

DEMETRIO: Allora…non era mia, non l’ho avuta onestamente, lavorando la ricomprerò se potrò, onestamente!

LUCA: Onestamente! Detto da te sembra una barzelletta, non hai fatto nulla onestamente, mai !

DEMETRIO: Ora si, ora grazie a GIOVANNI PAOLO mi sono salvato, ritrovato…se penso che ho pensato di uccidere…anche mio padre!

LUCA: appunto, non si può cambiare così!

FRANCESCO: Eri il nostro capo, il più bastardo del paese, cosa ti è successo?

DEMETRIO: Un miracolo!

LUCA: Dai facciamolo a pezzi!

FRANCESCO: C’è tempo! Devo capire cosa gli è successo a Roma, (a Demetrio) ti ho perso alla stazione e poi sei tornato così!

DEMETRIO: Ti ricordi che marea umana?

FRANCESCO: Certo, eccome!!!

DEMETRIO: Quella marea mi ha travolto e ti ho perso, vagai un po’ in stazione e nei dintorni…

LUCA: Non mi interessano queste cazzate.

FRANCESCO: A me si, taci e aspetta.

LUCA: Io non ho tempo da perdere.

DEMETRIO: Cosa devi fare? Hai fretta di ritornare in galera?

LUCA: (si lancia verso Demetrio) ti spacco la faccia!

FRANCESCO: BASTA! (trattenendo Luca)

DEMETRIO: Anche a quelli come te, vi ha detto “NON ABBIATE PAURA”.

LUCA: Parli del PAPA?

DEMETRIO: E di chi se no?

LUCA: Dopo il funerale ed il film…c’è stato un momento…che…

FRANCESCO: L’hai visto?

LUCA: Tutti l’abbiamo visto!

DEMETRIO: Anche in prigione?

LUCA: Anche li! Stavo dicendo, ho visto rammollire tanti delinquenti, cosa gli faceva?

DEMETRIO: Parlava di speranza, di perdono, di fratellanza e amore, basta aprire il cuore, in tutti i cuori può ritornare pace e amore.

LUCA: Sei un predicatore bravo! (ironico)

DEMETRIO: Anche BENEDETTO XVI segue le sue orme, grazie a GIOVANNI PAOLO, abbiamo un nuovo PAPA che dice anche: “AMICI, NON ABBIATE PAURA”.

LUCA: Io vado via (schifato)

FRANCESCO: Ci vediamo poi. (duro) vai avanti tu, voglio sapere!

DEMETRIO: Ti persi, proseguii verso il Vaticano imbottigliato tra giovani, vecchi, bianchi, neri, gialli, c’era gente di tutte le nazioni!

FRANCESCO: Lo so anch’io! Vai avanti!

DEMETRIO: Avrei voluto uscire dalla fila, finché non mi fu più possibile!

FRANCESCO: Sei rimasto bloccato?

DEMETRIO: Per ore, con ragazzi che cantavano, piangevano, ridevano, oppure stavo zitti pregavano!

FRANCESCO: Pregavano?

DEMETRIO: Si, poi al mio fianco c’era una bella fica, bella, bona, la feci passare davanti a me, aveva un culo da oscar.

FRANCESCO: Bello sodo? L’hai palpata?

DEMETRIO: Aveva i pantaloni a vita bassa e saltando saltando si vedeva un bel paio di mutandine!

FRANCESCO: (morboso) ROSSE?

DEMETRIO: No verdi!

FRANCESCO: E tu?

DEMETRIO: Non ho resistito e mi (mimando) sono riempito le mani, sai, si girò di scatto come per colpirmi, invece mi fece un sorriso.

FRANCESCO: Ci stava?

DEMETRIO: No, mi disse: “non siamo qui per questo…ma per lui…ricordi?”

FRANCESCO: E tu ?

DEMETRIO: Mi ha smontato, mi sono cadute le braccia e mi sono vergognato, anche perché quelli attorno avevano visto!

FRANCESCO: Poi ?

DEMETRIO: Mi si mise a fianco, mi diede la mano un altro dall’altro lato!

FRANCESCO: Un altro?

DEMETRIO: Si tutti si erano presi per mano!

FRANCESCO: Si procedeva muti o pregando, questo l’ho visto anch’io, prosegui!

DEMETRIO: In quella confusione, ad un certo punto mi sono ritrovato con un nero.

FRANCESCO: UN NEGRO? E la ragazza?

DEMETRIO: Lei era alla mia destra, non la mollavo di certo!

FRANCESCO: Tu davi la mano ad un negro?

DEMETRIO: Mio malgrado, SI!

FRANCESCO: Questa è bella! Tu che facevi le spedizioni punitive contro gli immigrati di colore!

DEMETRIO: Ne abbiamo pestati tanti vero?

FRANCESCO: E ti divertivi a farlo! Ma come mai non lo mollavi?

DEMETRIO: Non volevo far vedere a lei che ero razzista, e il nero mi faceva certi sorrisi!

FRANCESCO: Ti sorrideva? Io lo avrei preso a pugni!

DEMETRIO: Anch’io l’ho pensato. Ho pensato: “brutto nero ti cancellerei quel sorriso con un bel pugno sui denti”.

FRANCESCO: Procedi…!

DEMETRIO: Poi pregavano, solo io e lui non lo facevamo!

FRANCESCO: Tu ed il negro?

DEMETRIO: Si, noi! Lui mi chiese: “perché non preghi?” io gli dissi: “non so le parole, tu?”, e lui rispose: “non sono cattolico!

FRANCESCO: E che ci faceva li?

DEMETRIO: Gliel’ho chiesto!

FRANCESCO: E lui?

DEMETRIO: Mi disse delle frasi che mi lasciarono di stucco! “Sono qui per GIOVANNI PAOLO, era un uomo di pace, predicava l’amore senza ne razza ne colore, tendeva le mani a tutti, parlava di fratellanza e soprattutto chiedeva perdono per gli sbagli del passato”.

FRANCESCO: In effetti…[è stato un PAPA con le palle, se la chiesa li faceva sposare, avremmo avuto, magari, dei figli suoi, magari come lui. (FACOLTATIVO)…]
Un Grande Papa

DEMETRIO: Ci ha lasciato una via da seguire, basta volerlo.

FRANCESCO: Non ti riconosco più (titubante) ti pare facile in questo mondo di lupi? Ti sbranano che ti dimostri debole.

DEMETRIO: Non è facile, lo so! Io ci sto provando. Se dispensi amore…e amicizia…

FRANCESCO: Raccogli calci in culo!

DEMETRIO: A volte è così…! Non sempre…vedi quella frase: “predica l’amore senza ne razza ne colore”, mi è entrata dentro!

FRANCESCO: In effetti si è fatto amare da tutto il mondo, da tutti i popoli della terra.

DEMETRIO: Provaci anche tu, vieni con me…non avere paura!

FRANCESCO: Non dire stronzate.

DEMETRIO: Dai amico puoi ancora farcela!

FRANCESCO: Come mi hai chiamato? AMICO! (riflette)Mi ritieni ancora un tuo amico?

DEMETRIO: Lo eravamo nel male, possiamo esserlo nel bene!

FRANCESCO: Belle parole, ti sembra facile!

DEMETRIO: Non è mai facile vivere, ma come disse la vecchia: “c’è sempre speranza se si è giovani”.

FRANCESCO: Di che vecchia parli?

DEMETRIO: A Roma, dovevamo pisciare, dopo ore di fila, tanti romani ci aprirono le loro case.

FRANCESCO: E allora?

DEMETRIO: Capitammo in un bettola, in un sottoscala di una vecchia che non aveva che un letto, un tavolo, un cesso diverso da una tenda, il tutto in 20/25 metri quadrati, ma pulito ed ordinato!

FRANCESCO: Vi faceva andare al cesso?

DEMETRIO: Certo, quella ragazza le chiese dell’acqua, “non ne ho più cara, l’hanno bevuta tutta, posso dartela dal rubinetto, è buona, la bevo anch’io quando non la posso comprare”, la ragazze le chiese: “quanto prende di pensione?”, e la vecchia: “397 €uro”.

FRANCESCO: E ci viveva?

DEMETRIO: “ci sopravvivo, ma sai quanti non hanno neanche questo ?” così disse, io le chiesi: “non ha figli?”

FRANCESCO: E lei?

DEMETRIO: Indugiò un po’, poi mi guardo negl’occhi e rispose: “non è sempre un bene avere figli…i figli a volte sono una spina nel cuore”. Nel mio caso era vero, mi sono sentito un verme!

FRANCESCO: Ne hai fatte passare ai tuoi! E…anch’io ai miei!

DEMETRIO: Il nero iniziò una colletta tra la folla fuori e quelli dentro, poi li passò a me, un paio di centinaia di euro.

FRANCESCO: E tu? Li hai messi in tasca!

DEMETRIO: Il giorno prima lo avrei fatto, invece misi altri 50 €uro, li passai alla vecchia che si mise a piangere, cominciò a baciarci tutti, poi disse: “Grazie vi auguro un mondo di bene, voi siete giovani c’è sempre speranza se si è giovani”.

(Si sente chiamate) Demetrio…Demetrio…!

GAETANO: C’è tuo padre!

DEMETRIO: E’ tornato mio padre!?! (corre via) Ciao amico.

GAETANO: Vai ti aspetta a casa, io torno a prendere mia figlia e mia moglie e ti precedo in chiesa. (ritorna verso il vicolo)

FRANCESCO: (rimasto solo, riflette) Belle parole “c’è sempre speranza se si è giovani…” ma vadino tutti a fare in culo, non si vive di belle parole. Luca…Luca…(va via chiamando Luca)

Ritorna sulla scena Gaetano e la moglie con la figlia abbracciate a lui

LUISA: E’ tornato il papà di Demetrio, com’era felice!

GAETANO: Una famiglia che si riunisce quando a rischiato di perdersi, è un MIRACOLO!

LUISA: Anche la nostra famiglia era quasi persa!

GAETANO: Se ripenso a ciò che ero…un mostro…

LICIA: Un mostro?...eri solo un ubriacone…(lo bacia)

GAETANO: Stato perdendoti (alla figlia) anche a te (alla moglie) 

LICIA: Non ero certo felice di avere un papà alcolizzato ma ti ho sempre voluto bene!

LUISA: Io un po’ di meno!

GAETANO: Ancora non so perché non mi hai lasciato, mi taglierei la mano, se solo penso che l’ho alzata su di te!

LUISA: Acqua passata, siamo insieme.

GAETANO: Grazie GIOVANNI PAOLO! 

LICIA: Siamo felici, andiamo a ringraziare GESU’

(suona la campana, mentre loro scompaiono nel vicolo, dall’altro vicolo, Demetrio Marta e il padre, se è possibile i giovani che cantano, compare dall’altro vicolo Luca con Francesco. Tutti tacciano. Dopo un attimo di silenzio)

ENRICO: State lontani da mio figlio, ora che l’ho ritrovato non vi permetto di riportarmelo via!

LUCA: Noi volevamo…

ENRICO: Pestarlo, lo so, me l’ha detto, ma dovete passare sul mio cadavere

FRANCESCO: Non è come pensa…

DEMETRIO: Forza facciamola finita, che intenzioni avete?

LUCA: Te l’avevo detto che…(a Francesco)

FRANCESCO: Aspetta (a Luca che stava andando via) vogliamo provarci a venire…in chiesa con voi.

DEMETRIO: Come? Davvero?

LUCA: Io non voglio tornare in prigione, lui (indica Francesco) dice che finché si è giovani c’è speranza…!!!

DEMETRIO: Allora andiamo… Amici non abbiate paura

(proseguono verso il vicolo per mano, cantando o no)

FINE