L'ignorante pazzo
commedia comica per bambini o adulti
in 1 atto e 3 scene
di Nunzio Cocivera
ncocivera@tiscali.it
PERSONAGGI:
1. Direttrice
2. L’ignorante X
3. Cameriere A
4. Cameriere B
5. Cameriera C (possibilmente donna)
6. Cliente
SCENA: Ristorante o Pizzeria
I SCENA
(ALL’APERTURA DEL SIPARIO ENTRA UN SIGNORE DI QUALSIASI ETA’, VESTITO IN QUALSIASI MODO E SI SIEDE AD UN TAVOLO.
A -Buongiorno signore, desidera?
X -(Guardando l’orologio) È un ristorante questo?
A -Certo! Ristorante, Pizzeria, Bar, Tabacchi.
X -Allora alle 11:30 cosa pensa che voglia? Mangiare!
A -Bene, mi dica (uscendo dalla tasca un taccuino e una penna)
X -Come le fate le pizze?
A -Come le preferisce signore.
X -Come una pizza.
A -Bene signore, abbiamo delle belle napoletane.
X -No, veramente preferisco le siciliane.
A -(Sorride) Una buona margherita allora!
X -Grazie, non mangio i fiori.
A -(Sorride) La vuole capricciosa allora!
X -La pizza?
A -Certo signore; allora che cosa?
X -Così scappa dal piatto e si mette a fare i capricci in giro per il ristorante.
A -(Esasperato) La smetta e mi dica come vuole la pizza.
X -Senta, la pizza non la voglio più. Mangio qualcosa.
A -Bene signore, le mando l’altro cameriere.
B -Buongiorno signore, mi dica.
X -Cominci a portarmi un antipasto.
B -Gli posso dare del salame!
X -Salame sarà lei!
B -Senta, mi dica lei cosa vuol mangiare.
X -Mangiare. Mangiare, inghiottire cibo...
B -Signore sono qui per quello, vuole ordinare?
X -(Si alza e comincia a sistemare le sedie e gli oggetti sul tavolo)
B -Ma cosa fa?
X -Sto ordinando un po', basta che mi fate mangiare.
B -Senta io intendevo “ordinare” per dire comandare, dire cosa vuole mangiare.
X -Lasciamo perdere l’antipasto e passiamo ad altro...
B -Vanno bene delle penne al sugo?
X -Delle penne? Mica devo scrivere! (pausa) e poi le penne al sugo come scrivono… al pomodoro?
B -Che fa dello spirito?
X -No, benzina.
B -Come benzina?
X -Faccio il pompista ad un rifornimento, fingo sempre di farlo, veramente.
B -Bene, le porto dei tortellini alla nonna.
X -Alla nonna portate quello che volete, ma portate qualcosa anche a me!
B -Mi dica lei cosa vuole!
X -Ma lei mi consigli la specialità della casa!
B -Le lasagne.
X -Le lagne a me non piacciono, ne ascolto sempre tante che sono stufo.
B -Le vanno bene delle fettuccine al sugo?
X -Non voglio né cappuccine, né cappuccini e né Francescani.
B -Ora basta! (poi si ricompone) Mi scusi signore, attenda un attimo.
X -(Fa dei gesti come per dire: Ma dove sono capitato?)
A -Bene, mi dica signore.
X -Vi dico, vi dico; è già abbastanza che vi dico che voglio mangiare.
A -Mi dica cosa preferisce.
X -Il primo lo salto, vada per il secondo.
A -Della carne di vitello, di tacchino, di cavallo…
X -Va bene della carne di qualsiasi animale commestibile, ho tantissima fame.
A -Gli posso dare del pollo!
X -Pollo sarà lei e quelli come lei!
A -(Agitato) Senta, io intendevo da mangiare.
X -Portatemi della carne arrosto.
A -Le posso dare del maiale!
X -Senta, la vogliamo smettere di offendere; Maiale sarà lei!
A -Non ne posso più, mi dica cosa vuole, anzi, le mando la cameriera.
(SI INCROCIANO I DUE CAMERIERI E FANNO DEI GESTI
C -Buongiorno signore.
X -Era un buongiorno prima di venire qui!
C -Non faccia così, ci deve essere stato un malinteso, dica a me.
X -Voglio mangiare qualcosa, fra poco cado a terra per la fame.
C -Le va bene del pesce?
X -Si, mi dia del pesce.
C -Bene, le porto dei pettini.
X -Che ho i capelli in disordine?
C -Ho capito; gli posso dare un’occhiata.
X -(Si alza e gira su se stesso) Certo! Così va bene o mi metto di profilo? Sono bello?
C -La smetta, l’occhiata è un pesce.
X -L’occhiata è un pesce?
C -Certo. Lo chiamano così perché ha gli occhi grandi.
X -Non voglio un pesce tutto occhi.
C -Va bene del pesce spada?
X -Come sarebbe questo pesce spada?
C -È un pesce che ha una lunga spada sul muso.
X -Non lo voglio, mi taglia le budella.
C -Senta, per lei sono rimasti o dei calamari o sgombri, non c’è altro. Si decida, ora ritorno: o calamari o sgombri.
X -Ma hanno un modo di trattare i clienti in questo posto…
(SI ALZA E SI AVVIA VERSO LA PORTA FACENDO GESTI)
C -Signore, dove va?
X -Via, vado via.
C -Ma perché?
X -Come “Ma perché”, lei mi ha detto “o calamaio o sgombri”. Io il calamaio non lo voglio quindi sgombro.
C -Ma no… c’è un equivoco. Venga, si accomodi.
X -(Si siede) Va bene.
C -Vede signore, il calamaio, ho detto io, oppure gli sgombri, sono entrambi dei pesci.
X -Con quei nomi?
C -Certo! E sono buonissimi.
X -Va bene, mi fido. Me li porti entrambi.
C -Bene signore, contorno di patate o di piselli?
X -Vanno bene tutti e due, con questa fame…
C -Bene. Della frutta?
X -No, passiamo al dolce.
C -Gli porto dei sospiri?
X -Sospiri pure, ma mi porti un dolce.
C -Senta, abbiamo dei dolci in confezione, vanno bene dei baci? Gli do dei baci?
X -O si, anche a migliaia (si alza per baciarla).
C -(Gridando gli da la cartella del menù in testa) Basta, basta.
B -Che succede?
C -Se il cliente ha sempre ragione io mi licenzio.
B -No Angela! È uno di quei casi in cui il cliente ha torto. (Si rivolge al cliente urlando) Vada via lei e non venga mai più qui!
X -(Va via facendo gesti) È questo il modo di trattare il cliente? Ma qui siete pazzi furiosi esaltati!! E che diamine!! Andate a quel paese…
FINE I SCENA
II SCENA
(IN SCENA I DUE CAMERIERI B & C CHE SISTEMANO, ENTRA UNA BELLA DONNA: LA DIRETTRICE)
DIR -(Alla cameriera C) Non c’era un cliente qui?
C -Certo. C’era, l’abbiamo buttato fuori.
DIR -Con quale diritto? (Adirata)
C -Quello era un ignorante.
B -Sì, signorina, era un cliente impossibile.
DIR -Niente scuse, (al cameriere B) Lei lo insegua e lo porti qui.
C -Ma... Signorina...
DIR -Niente ma, sarà stato un cliente esigente, ma bisogna sempre accontentare i clienti.
(IL CAMERIERE B ESCE)
C -Ma lei non ha idea di che tipo fosse.
DIR -Basta!! E non si permetta più di fare di testa sua!!! (E si allontana)
RIENTRA IL CAMERIERE B CON L’IGNORANTE. RIENTRA PURE LA DIRETTRICE CHE GLI VA INCONTRO.
DIR -La prego, si accomodi e… scusi tanto!
X -Prego, ma preferisco andare da un’altra parte (E fa per uscire).
DIR -Ma no, si sieda! Mi occuperò di lei personalmente!
X -(Si siede) Va bene, mi voglio fidare.
DIR -Bene, vedrà che mangerà benissimo.
X -Lo spero tanto.
DIR -Allora, lei si fida di me?
X -Non saprei… posso?
DIR -Ad occhi chiusi.
X -Preferisco fidarmi ad occhi aperti, così la guardo meglio.
DIR -(Sorride) Come vuole. (Pausa) Allora, un bell’antipasto? Abbiamo delle buonissime frittelle di cavolo.
X -Che cavolo sono quelle cose?
DIR -Sono delle frittelle di cavolo cappuccio.
X -Non ci sono senza cappuccio?
DIR -Veramente no.
X -E col cappello?
DIR -Neanche, credo. Ci sono solo frittelle normalissime di cappuccio.
X -Allora non le voglio.
DIR -Sono deliziose glielo assicuro.
X -Non le voglio, non mi fido.
DIR -Il paté di scampi? È un piatto gustoso…
X -Un piatto gustoso? Non sapevo che i piatti si mangiassero.
DIR -Ma lei non deve mangiare il piatto.
X -Che devo mangiare allora?
DIR -Il paté di scampi.
X -Che non è un piatto.
DIR -No. È del buon cibo a base di scampi.
X -Il signore me ne scampi! Non lo voglio con quel nome.
DIR -Allora un antipasto ottimo, le assicuro: Radicchio con le noci.
X -Che? Ranocchio con le noci?
DIR -RADICCHIO con le noci!
X -Con quel nome chissà cos’è…!!!
A -Signorina, mi scusi, la vogliono al telefono.
DIR -(Al cameriere) Veda cosa gradisce il signore come aperitivo.
X -Qualsiasi cosa.
(IL CAMERIERE VA A PRENDERE L’APERITIVO)
DIR -Bene. Intanto prenda l’aperitivo e mi aspetti, farò in un attimo, non vada via.
X -Come faccio? Se mi alzo cado a terra per la fame.
DIR -Bene, vado e torno.
A -Ecco signore (Porge l’aperitivo).
X -(Beve tutto in fiato).
A -Aveva sete il signore.
X -Più che sete, fame, tanta fame.
A -Pazienti un po’, vedrà che mangerà.
X -Speriamo, fra poco comincio a mangiare il tavolo.
A -Non esageri, capisco che ha fame, però…
X -Fra poco mangio anche lei.
A -(Sorridendo) E che è un cannibale?
X -No, un vampiro, Dracula II e III.
A -Bene. Attenda la direttrice (e si allontana).
DIR -Mi scusi ma non riuscivo a liberarmi.
X -E come ha fatto?
DIR -Alla fine ho tagliato corto.
X -L’avevano legata con la corda?
DIR -Nessuno mi aveva legata.
X -L’avevano messa in gabbia?
DIR -Ma cosa sta dicendo?
X -Lei mi ha detto che non riusciva a liberarsi, poi ha tagliato corto… Doveva essere una corda!
DIR -Ma no… Io non ero legata, è un modo di dire.
X -(Confuso) Mah… pensiamo al cibo che è meglio…
DIR -Per antipasto dei frollini vanno bene?
X -Vanno bene anche i fagiolini.
DIR -Passiamo al primo.
X -Io sono il primo e poi non c’è nessuno.
DIR -Io intendevo il primo piatto, la pasta.
X -Va bene, dica che pasta è.
DIR -Gnocchi alla parigina vanno bene?
X -Dovete domandare a lei.
DIR -A chi scusi?
X -Alla parigina, se vuole gli gnocchi.
DIR -Ma io dicevo a lei…
X -Gnocchi a me? No, alla parigina.
DIR -Gnocchi alla parigina oppure alla romana sono i nomi delle ricette.
X -Non si chiamano più ricette?
DIR -Quali ricette?
X -Quelle dei dottori.
DIR -Quelle sono altre ricette, queste sono ricette di menù.
X -Chi è questo Menù? Il cuoco?
DIR -Che c’entra il cuoco? Il menù è… il menù.
X -Va bene va, mi porti gli gnocchi, il menù non lo voglio.
DIR -(Sospirando) Va bene col primo, ora passiamo al secondo.
X -Ma sono solo io, quale secondo?
DIR -Quello dopo il primo.
X -Qua ci sono solo io e perciò sono primo, secondo e terzo.
DIR -(Sbuffando) Va bene, dopo gli gnocchi carne o pesce?
X -Fa lo stesso.
DIR -Coniglio marinato va bene?
X -Che cos’è un coniglio marinaro?
DIR -Un coniglio marinato (spazientita).
X -No, il coniglio marinato non lo voglio, puzzerà di pesce.
DIR -Come preferisce. Noce di vitello allora!
X -La nocciola la preferisco alla noce.
DIR -Ma la nocciola di vitello non c’è…
X -Va bene anche un altro tipo di nocciola, anche le noccioline americane.
DIR -(Arrabbiata) Senta, le do del pesce, va bene?
X -Va bene… Non sa più che pesci pigliare vero?
DIR -Nasello con piselli va bene?
X -Che? Il naso coi piselli?
DIR -Nasello, non naso (quasi urlando).
X - Nasello, nasone, sempre naso è.
DIR - Il nasello è un pesce.
X - Un pesce con un grande naso?
DIR - Ma quale naso…?
X - Quello del pesce, per chiamarsi così.
DIR - È un pesce senza naso, anche se si chiama nasello (Urlando).
X - Ma perché grida? Io sento bene.
DIR - Io mi sento male, le mando il cameriere. (Va via)
A -Signore, la direttrice mi ha detto che deve ordinare del pesce.
X -Certamente.
A -Le porterò un orata, va bene?
X -Fra un ora, come?
A -Non ci siamo capiti, l’orata è un pesce molto buono.
X -Me lo porti allora.
A -Bene signore, vado e torno.
(ENTRA UN ALTRO CLIENTE E SI SIEDE NEL TAVOLO VICINO)
CL -Buongiorno.
X -Salve.
B -Buongiorno signore, mi dica.
CL -Mi porti un’insalata russa come antipasto.
A -Come primo?
CL -Degli spaghetti al pesto.
B -Bene, per secondo?
CL -Del mascarpone e un po’ di ovuli e porcini fritti.
B -Da bere vino o birra?
CL -Birra bionda, anzi no… nera.
B -Bene, sarà subito servito.
X -Scusi, lei è cliente abituale?
CL -No, è la prima volta che vengo.
(IN QUEL MOMENTO PASSA LA CAMERIERA C)
X -Scusi signorina…
C -Mi dica.
X -Dov’è il cesso?
C -Lei oltre che ignorante è anche scostumato!
X -(Rivolto al cliente) Io il costume lo metto solo d’estate, ora certo che sono scostumato.
CL -Scostumato non vuol dire che è senza costume, ma maleducato.
X -Perché gli ho chiesto dov’era il cesso? Io devo fare pipì.
CL -C’è modo e modo di chiedere le cose, non si chiede in quel modo.
X -Come? io quando devo fare pipì dico “fare pipì” oppure “popò”?
CL -Senta, il problema è suo. Cambiamo discorso che devo mangiare.
(PASSA LA CAMERIERA C CON DEI PIATTI)
X -Scusi signorina.
C -Mi dica signore.
X -Devo fare la pipì.
C -Se la faccia addosso maiale. (Va via)
X -(Rivolgendosi al cliente) Adesso è stata lei scostumata.
CL -Non direi, con lei... poteva chiedergli dov’era il bagno.
X -Ma io non devo fare il bagno, devo...
CL -(Non lo fa finire) Fare pipì, ho capito, ma nel bagno c’è anche la tazza oltre la vasca da bagno.
X -Cosa? Nei ristoranti ci sono anche le tazze nei bagni?
CL -Certamente, in tutti i bagni.
X -Se uno vuole un caffè prendono le tazze nei bagni?
CL -Ma lei dove vive ? Viene chiamata tazza anche quello che lei volgarmente chiama cesso.
X -Ho capito, grazie.
B -(Porta una birra al cliente) Ecco signore.
X -Scusi, dov’è il bagno?
B -La prima porta dopo il bar.
X -(Si alza e si avvia verso il bagno).
A -Presto, è successo un incidente qua fuori!!!
(ESCONO TUTTI)
FINE II SCENA
III SCENA
(QUALCHE MINUTO DOPO, IL CLIENTE X RIENTRA E NOTA CHE NON C’E’ NESSUNO)
X -Ma dove sono finiti?
(RIENTRANO I CAMERIERI A, B e C PARLANDO CON IL CLIENTE)
A, B e C VANNO VERSO L’ALTRA PORTA USCENDO DI NUOVO. IL CLIENTE SI SIEDE
CL -Sa? È successo un terribile incidente qua fuori. Due persone sono morte.
X -Due sole?
CL -Come due sole?
X -Ma lei è senza cuore, pensi quanta gente muore di malattia soffrendo tanto tempo. Almeno questi due sono morti senza soffrire, veloce veloce.
CL -Ma lei è sicuro di essere normale?
X -Certo! Le sembro anormale?
CL -Fisicamente no, ma gli deve mancare qualche rotella…
X -A me..!? e allora a lei? …E poi le rotelle le usano i meccanici…
CL -A me perché?
X -Lei ha ordinato delle cose stranissime…
CL -Io ho ordinato da mangiare cose stranissime? A lei sembra strano del mascarpone?
X -Certo… Uno che mangia uno scarpone non è strano? Caspita che gusti!
CL -Ma quale scarpone? Il mascarpone è un formaggio dolce.
X -Con quel nome? E poi, delle uova e dei pulcini!?!
CL -Ma quale uova e pulcini?(pausa) Io ho ordinato degli ovuli e dei porcini, che sono funghi.
X -Ma lei è sicuro che siano funghi? I funghi sono funghi.
CL -I funghi sono centinaia di qualità ed ogni tipo ha il suo nome.
X -E poi non lo sa che con i funghi si muore?
CL -No, se si sa quali si mangia…
X -Ma lei si fida?
CL -Certo! In un ristorante devono essere garantiti sicuramente.
X -E se muore? Chi lo assicura dopo?
(IL CLIENTE RESTA PERPLESSO)
CL -Cameriere, cameriere…
B -Dica signore.
CL -I funghi sono pronti?
B -L’antipasto ed il primo quasi, i funghi non ancora.
CL -Non li voglio più. In cambio dei funghi mi porti della tinca arrosto.
B -Come vuole signore.
X -Ben fatto, non si sa mai…!!
CL -Veramente un po’ mi dispiace, i funghi mi piacciono, specialmente i champignon.
X -Come? Con quel nome?
CL -Ma scusi, lei non conosce niente? Dove vive? Dove ha vissuto fin ora?
X -A san Patrizio.
CL -Cos’è una borgata? Un paese? Dove si trova?
X -È un istituto di cura, S. Patrizio.
CL -È un ospedale?
X -È un manicomio criminale, dicono, ma non so che vuol dire.
CL -Un.. un.. ma.. manicomio?!?! E lei era lì come ammalato? L’hanno dimesso?
X -No. Sono uscito di nascosto.
CL -Ha.. ha.. saltato il cancello? (impaurito)
X -No, l’ho trovato aperto, così ho fatto prima.
CL -E perché era lì? No… non pensi che voglia sapere i suoi fatti… così, per curiosità…
X -Quando avevo 10 anni ho ucciso i miei genitori adottivi.
CL -Scusi sa, ho dimenticato le sigarette… (Si alza piano) Vado a comprarle.
X -Aspetti, le do le mie.
CL -No, grazie (E fugge).
X -Ma doveva essere matto, fuggire così per le sigarette…
C -(Arriva con il piatto al tavolo del cliente, non vedendolo chiede a X) Scusi, il signore che era qui?
X -È corso a comprare le sigarette.
C -Ma al bar noi le vendiamo…
X -Mi ha chiesto da dove venivo e quando gli ho detto che venivo da San Patrizio e perché ero lì, è corso per le sigarette.
C -Lei era a San Pa.. Pa.. Pa.. Patrizio? Co.. me.. come?
X -Lei lo sa cos’è? A quel signore ho dovuto spiegarlo.
C -Io.. lo.. lo so purtroppo (Sviene).
A -(Accorre sulla ragazza e l’aiuta) Angela, Che ti prende? (Rivolgendosi a X) Cosa le ha fatto?
X -Niente, lo giuro. Non l’ho toccata!!!
(ACCORRE ANCHE B E L’AIUTANO A SEDERSI SU UNA SEDIA)
C -(Incosciente) Pa.. Pa.. Pa..
(GLI ALTRI CON DEI SCHIAFFETTI CERCANO DI FARLA RIPRENDERE)
C -(Alza un braccio verso X) Il pa.. il pa.. il pazzo!!! (Si alza e scappa).
A e B -(Si guardano in faccia).
A -Scusi, ma lei cosa ha detto alla cameriera?
B -Che le ha fatto che era terrorizzata?
X -Le ho detto che vengo da San Patrizio.
A -Cos’è un paese?
X -No, è una casa di cura.
A -Per anziani?
X -No, C’erano anche tanti giovani.
B -(Rivolto verso A) Chiama la direttrice, svelto!!!
A -Ma perché? Cosa succede?
B -Fai come ti dico, svelto.
A -Vado (Perplesso).
B -Scusi, ma a lei l’hanno guarito dai suoi problemi?
X -No, il dottore diceva che ero inguaribile.
(ARRIVA LA DIRETTRICE)
A -Allora? Che c’è?
B -È un pazzo...!!!
A -Cosa? Un pazzo?
DIR -Si calmi, ora ci parlo io. Scusi,lei è stato ammalato e ora è guarito?
X -Veramente il dottore diceva che ero inguaribile, anche se non so perché… Le sembro inguaribile?
DIR -No.. no.. no.. si vede che lei è una persona normale…
X -Senta, ma io ho fame, arriva il cibo?
DIR -Si, certo, subito. (Pausa) Anzi no, la cucina ha preso fuoco, il cuoco è morto.
X -(Arrabbiato) E perché non me l’avete detto, io sto impazzendo dalla fame…
A -Abbi pazienza.
(LA DIRETTRICE FA DEI CENNI AGLI ALTRI DI ANDAR VIA)
B -Telefono a San Patrizio.
DIR -(Rivolta a X) La prego, si calmi. Vedremo, magari un panino.
X -Ma che panino..!
DIR -Una bistecca, quello che vuole, la faccio io.
X -A San Patrizio stavo così bene! Che faccio qui? (Perplesso).
DIR -Ma lei perché era lì? Come.. infermiere? guardiano? o altro?
X -Ho ucciso i miei genitori adottivi quando avevo 10 anni.
DIR -E allora è stato sempre lì.. in cura?
X -Certamente! Stavo bene… Almeno mangiavo…
DIR -Perché è uscito allora?
X -Perché? Non lo so nemmeno io. Qui fuori siete tutti pazzi…
DIR -Ha.. ha.. ha ragione. (Pausa) Qui fuori è un manicomio.
X -(Si alza) Quasi quasi…
DIR -Quasi (Terrorizzata).
X -Torno lì.
DIR -Si qui fuori siamo tutti pazzi.
X -(Esce) Torno lì, vado a mangiare.
DIR -(Resta di stucco).
FINE